La giornata del 10 marzo 2025 ha visto i mercati finanziari internazionali attraversare una fase di volatilità significativa, con ribassi marcati sia negli Stati Uniti che in Europa. Le preoccupazioni riguardanti una possibile recessione negli Stati Uniti, alimentate dalle tensioni commerciali e dalle recenti dichiarazioni del presidente Donald Trump, hanno innescato una serie di vendite che hanno colpito duramente i principali indici azionari.
Wall Street: crollo dei titoli tecnologici
A Wall Street, la seduta si è conclusa con forti perdite. Il Dow Jones Industrial Average ha registrato una flessione del 2,08%, chiudendo a 41.912 punti, mentre l’S&P 500 è sceso del 2,7%, attestandosi a 5.615 punti. Il Nasdaq Composite, fortemente influenzato dai titoli tecnologici, ha subito una contrazione del 4%, chiudendo a 17.468 punti.
Particolarmente significativa è stata la performance di Tesla, che ha visto le proprie azioni crollare del 15,4%, raggiungendo i 222,15 dollari. Questo calo è stato attribuito a un downgrade da parte degli analisti di UBS, che hanno ridotto il target price del gruppo automobilistico a 225 dollari. Anche altri giganti tecnologici hanno subito perdite rilevanti: Apple ha ceduto il 4,85%, mentre NVIDIA ha perso il 5,07%. Il settore finanziario non è stato immune, con Jp Morgan in calo del 4,14% e Goldman Sachs in flessione del 5,11%.
Europa: mercati in rosso
Le preoccupazioni per una possibile recessione negli Stati Uniti hanno avuto ripercussioni anche sui mercati europei. A Milano, l’indice FTSE MIB ha chiuso in calo dello 0,95%, mantenendosi comunque sopra la soglia dei 38.000 punti. Anche le principali piazze europee hanno registrato ribassi: Parigi ha perso lo 0,9% e Francoforte l’1,75%.
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Svizzera: flessione moderata della Borsa di Zurigo
La Borsa svizzera ha chiuso la seduta del 10 marzo 2025 in territorio negativo, sebbene con perdite più contenute rispetto ad altri mercati europei. L’indice principale SMI ha registrato una flessione dello 0,48%, chiudendo a 13.013,45 punti.
Per quanto riguarda le principali società svizzere, l’andamento è stato misto:
- Novartis: le azioni hanno chiuso in rialzo dello 0,46%, attestandosi a 101,38 CHF.
- Nestlé: ha registrato un incremento dello 0,87%, con le azioni che hanno chiuso a 90,50 CHF.
- Swiss Re: il titolo ha guadagnato lo 0,83%, chiudendo a 146,45 CHF.
- Roche Holding: le azioni hanno segnato un aumento dello 0,61%, chiudendo a 791,20 CHF.
- Swisscom: ha registrato un incremento dell’1,56%, con le azioni che hanno chiuso a 519,50 CHF.
Fattori macroeconomici e geopolitici
Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina hanno continuato a influenzare negativamente il sentiment degli investitori. La prospettiva di una guerra commerciale generalizzata ha alimentato l’avversione al rischio sui mercati, penalizzando asset class speculative come le materie prime.
Inoltre, le recenti dichiarazioni del presidente Trump, che ha accennato a una possibile recessione definendola come un “periodo di transizione“, hanno aumentato l’incertezza tra gli investitori, contribuendo alle vendite massicce sui mercati azionari.
Conclusioni
La giornata del 10 marzo 2025 ha evidenziato la fragilità dei mercati finanziari di fronte a incertezze economiche e geopolitiche. Le tensioni commerciali, le preoccupazioni per una possibile recessione negli Stati Uniti e le dichiarazioni dei leader politici hanno contribuito a un clima di avversione al rischio, determinando forti vendite sia sui mercati azionari che su quelli delle materie prime. In Svizzera, la Borsa di Zurigo ha registrato una flessione moderata, con alcune delle principali società che hanno mostrato resilienza nonostante il contesto globale sfavorevole. Gli investitori continueranno a monitorare attentamente l’evoluzione di questi fattori nelle prossime settimane, alla ricerca di segnali che possano indicare una stabilizzazione o un ulteriore deterioramento del contesto economico globale.
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